Abbiamo chiesto a Piernicola Di Muro di parlarci del Crane Song Solaris e del Dangerous Music Convert-AD+.

Ciao Piernicola, grazie per essere qui con noi, prima di tutto parlaci un po’ di te, chi sei e cosa fai.

“Mi chiamo Piernicola Di Muro e sono un autore di colonne sonore e produttore musicale. Il mio background viene dal cinema e dalla musica per le immagini, e anche da tutto il workflow relativo a questo ambito”.

“Ormai da diversi anni, realizzo colonne sonore per cinema e televisione e, parallelamente a questo, ho iniziato anche a produrre/missare per altri compositori supportandoli in alcune fasi della produzione di una colonna sonora”.

Lavorare alla produzione o al mix di una colonna sonora non ideata da te è una cosa che mi affascina molto, sia perché ti da modo di “vedere” la musica da un’altra prospettiva e con un approccio differente, sia perché si entra in contatto con altri compositori con cui poter scambiare idee e opinioni in una combinazione molto accrescitiva”.

“Ho incontrato e lavorato con ottimi musicisti con i quali è nata oltre che una stima professionale, anche un bel rapporto umano”.

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Perché hai scelto il Crane Song Solaris con DA e il Dangerous AD+ come AD? Perché hai deciso di prenderli da SMAP?

“Il Crane Song Solaris mi è stato consigliato – ero comunque orientato alla Crane Song come azienda, che trovo davvero eccezionale – sia dal grande Marco Vannucci che da Michele Villa. Ne avevo sentito parlare solo bene, mi ero informato in maniera dettagliata”.

“Era un acquisto ormai che stava in una botte di ferro”.

“Il Dangerous Convert AD+ l’avevo invece testato e ascoltato in due studi (uno in Italia e uno a Berlino) dove lo usavano con successo e con evidente entusiasmo.
Anche in questo caso mi sono fatto consigliare da alcuni colleghi fidati (incluso i ragazzi di SMAP) che me l’hanno suggerito come accoppiata al Solaris”.

“Con SMAP ci lega un rapporto da qualche anno. È un team molto attento alle esigenze dei clienti e hanno un approccio di supporto snello, molto chiaro e onesto”.

Qual è stata la prima sensazione che hai provato quando hai sentito le macchine per la prima volta?

“Una delle cose che ho notato quando ho usato il Solaris è stata che il panorama stereo era molto preciso e la risposta ai transienti incredibilmente dettagliata”.

“Rispetto agli altri convertitori digitali che ho sentito, la gamma delle basse suona forse meno calda ma più profonda. È una cosa che si nota con evidenza. Le medie sono vive e dettagliate come le alte. La bassissima distorsione del Solaris fa si che nella zona delle medie ci sia una sorta di morbidezza”.

“Di base è una macchina estremamente trasparente ma sostanzialmente, ed è questo il punto forte, molto musicale. C’è una notevole differenza nel missare ascoltando da una DAC di questo livello”.

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“Il Dangerous AD+ è anch’esso un convertitore molto lineare e trasparente. Ho notato una buona coesione dell’immagine stereo e, printando mix attraverso l’AD+ leggermente più larga con una risposta sulle medie, anche qui, molto dettagliata. Uno strumento molto versatile e efficace su più generi musicali”.

“Un altro aspetto che mi ha colpito e che conoscevo dell’AD+ è la sua ingegnerizzazione. Non è un aspetto da poco conto in quest’era. L’AD+ offre una serie di features molto utili sia sul piano delle connettività che dell’interfaccia utente”.

“Ritengo che in generale l’Hardware moderno debba sempre più guardare, oltre alla primaria qualità sonora, anche all’innovazione sul piano delle opzioni extra da fornire all’utente e la loro attualizzazione negli ormai sempre più diffusi sistemi ibridi, nel campo della produzione musicale”.

Qual è il miglior pregio di questa accoppiata?

“Il migliore pregio, ribadisco, credo che sia la versatilità e l’estrema musicalità di questi due prodotti”.

“Ovviamente nel campo dei convertitori AD e DA, c’è un mondo di considerazioni, pareri, verità e falsità, filosofie, teorie, ma ciò che vale considerare, è sempre come collocare queste macchine all’interno del proprio workflow – allenando sempre di più il proprio orecchio – e usandole come strumenti di lavoro per imparare e migliorarsi (e non si smetterà mai)”.

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Hai già messo gli occhi sul prossimo “pezzo di hardware” che dovrai sicuramente avere nella tua struttura?

“Questa domanda è pericolosissima”.

“Gli occhi sono stati messi su diverse cose, vediamo. Il mio setup è sempre un po’ in evoluzione (con punti fermi ovviamente). Vediamo anche che scelte mi faranno fare i progetti futuri, quali strumenti considerare piuttosto che altri”.